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Come è stato riportato in evidenze precedenti citate sul nostro sito, sempre più le tecniche NIBS (stimolazione cerebrale non invasiva) stanno ampliando il raggio per la cura dei disturbi da dipendenza (AD). Tra queste troviamo: la rTMS, (Stimolazione Magnetica Transcranica ripetitiva), la tDCS (Stimolazione transcranica a corrente continua) e la dTMS (Stimolazione Magnetica Transcranica profonda). Oltre alla modulazione cerebrale indotta da queste tecniche è di fondamentale importanza lo stato del cervello durante la stimolazione. È noto che l’attività cerebrale venga influenzata dalle farmacoterapie, dalle psicoterapie (ad es. Terapia cognitivo comportamentale, CBT) e dai compiti comportamentali o cognitivi. Questo implica che un utilizzo combinato delle tecniche, possa modificare i risultati del trattamento e spiegare la variabilità interindividuale, che si osserva in risposta alle NIBS (Silvanto e Pascual-Leone, 2008; Luber e Lisanby, 2014; Romei et al., 2016).

I farmaci attivi sul sistema nervoso centrale (SNC) modificano le misure di eccitabilità e la plasticità indotta dalle NIBS (Ziemann et al ., 2015; Martinotti et al., 2019). Ad esempio, in soggetti sani la D-cicloserina (Nitsche et al., 2004b), l’anfetamina (Nitsche et al., 2004a) e la nicotina (Thirugnanasambandam et al., 2011) aumentano gli effetti a lungo termine delle NIBS. Invece, non è stato ancora dimostrato l’effetto del naltrexone, utilizzato per le dipendenze da oppioidi e da alcol, combinato con le NIBS (Morris et al., 2018; Elton et al., 2019). Alcuni farmaci psicostimolanti (ad es. Modafinil, metilfenidato), uniti alla rTMS, sono risultati più efficaci di altri farmaci, nei pazienti con Disturbo depressivo maggiore (MDD) (Hunter et al., 2019).

Gli interventi cognitivi e/o comportamentali interagiscono con le NIBS, modulano l’attività neurale in corso nei circuiti target e nelle reti associate. Gli effetti comportamentali della stimolazione cerebrale cambiano quando la TMS è preceduta da una “alterazione” psicofisica iniziale (Silvanto e Pascual-Leone, 2008; Silvanto et al., 2017). Questo si verifica perché le manipolazioni dello stato cerebrale possono innescare un determinato neurocircuito, che di conseguenza, può rispondere in modo diverso alla neurostimolazione (Silvanto et al., 2017). Infatti, la TMS combinata  con strategie cognitive come la CBT o il richiamo emotivo in pazienti con MDD e PTSD, ha mostrato risultati promettenti (Isserles et al., 2011; Neacsiu et al., 2018).  Nei fumatori, il consumo di sigarette e la dipendenza da nicotina diminuiva, se venivano  esposti a segnali inerenti al fumo, immediatamente prima della sessione dTMS ( Dinur-Klein et al. 2014).  Risultati simili sono stati osservati anche in pazienti con Disturbo Ossessivo Compulsivo (OCD), questi ricevevamo migliori benefici dal trattamento di dTMS ad alta frequenza, alla corteccia prefrontale mediale (mPFC) – corteccia cingolata anteriore (ACC), se erano stati precedentemente esposti a segnali specifici(Carmi et al. , 2018). Anche per i pazienti con Disturbo Depressivo Maggiore (MDD), la tDCS combinata alla terapia di controllo cognitivo (CCT) mostrava effetti antidepressivi maggiori rispetto alla sola tDCS (Brunoni et al. , 2014; Segrave et al., 2014).

Ad  oggi non ci sono studi che hanno valutato direttamente gli effetti combinati di NIBS e farmacoterapia nelle dipendenze comportamentali o da sostanza. Pertanto, la ricerca futura dovrebbe indagare in che modo i farmaci e gli interventi cognitivi o comportamentali, interagiscono con le NIBS e se la loro unione potrebbe favorire la guarigione del disturbo in esame.

Primavera A. Spagnolo, Chiara Montemitro, Mauro Pettorruso, Giovanni Martinotti,Massimo Di Giannantonio, Better Together? Coupling Pharmacotherapies and Cognitive Interventions With Non-invasive Brain Stimulation for the Treatment of Addictive Disorders, in Front. Neuroscience, 10 January 2020.