La sig.ra M. di 52 anni presentava un disturbo depressivo maggiore trattato con antidepressivi serotoninergici a scarso beneficio clinico e dall’età di 50 anni aveva abbandonato l’attività lavorativa.
Nei sei mesi precedenti al trattamento con TMS, la pazienta aveva manifestato un nuovo episodio depressivo maggiore senza ottenere benefici dal trattamento farmacologico.
La paziente, successivamente a tale episodio, è stata sottoposta ad un ciclo di tre settimane di TMS in bassa frequenza all’emisfero destro da associarsi alla terapia farmacologica, mantenuta invariata per tutto il periodo di trattamento. La stimolazione è avvenuta per 15 sedute, prima di essere sottoposto alla stimolazione tramite TMS, le era stata somministrata una batteria testistica che aveva evidenziato punteggia alla HDRS (Hamilton Depression Rating Scale), alla YMRS (Young Mania Rating Scale) e alla CGI (Clinician Global Impression Scale) rispettivamente 26, 0 e 5. Conclusa la prima settimana di trattamento, i punteggi si erano ridimensionati a 18, 0 e 4 rispettivamente; la paziente riferiva un miglioramento dell’umore al termine del periodo di stimolazione che durava all’incirca un’ora, alcune volte associato ad una lieve cefalea e sensazione e confusione.
Tali effetti collaterali sono scomparsi al termine della prima settimana di trattamento, mentre il miglioramento dell’umore è progredito maggiormente con punteggi al termine del trattamento di 13 alla HDRS, di 3 alla CGI e nessun sintomo di tipo maniacale.
Una settimana dopo il termine del trattamento tramite TMS, la paziente è riuscita a riprendere l’attività lavorativa. Rivalutata a 3 mesi di distanza dal termine del trattamento la paziente risulta essere stabile nel miglioramento ottenuto dal trattamento