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Internet è parte integrante delle nostre vite, ormai inimmaginabili senza una loro estensione in rete. Lo è in particolare per le nuovissime generazioni, native digitali, che hanno con i propri device mobili un rapporto simbiotico. Né giusta né sbagliata, questa nuova modalità di accedere alla socialità e alla conoscenza va analizzata e compresa, mantenendosi distanti da atteggiamenti giudicanti. Se è vero, infatti, che in alcuni casi questo rapporto simbiotico possa sfociare in dipendenza patologica, non possiamo non considerare gli aspetti positivi di una socialità diffusa e la possibilità di accesso alla conoscenza senza precedenti storici. 

Da cosa è dato il grande successo del digitale, soprattutto tra i più giovani? Perché esiste un rischio di dipendenza? Le risposte a queste domande richiedono un approccio multidisciplinare, come quello individuato dalla dottoressa Graziella Madeo, neurologa e direttrice dell’unità di Neuromodulazione e Ricerca clinica di Brain&Care, e dalla dottoressa Silvia Soldatesca, psicologa e psicoterapeuta, nell’articolo che vi proponiamo in calce, pubblicato per Franco Angeli.

Della dipendenza da smartphone e del rapporto dei giovani con la tecnologia, abbiamo parlato anche in un precedente approfondimento:

Dipendenza da smartphone

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Psicoanalisi e neuroscienze per spiegare il cervello dei giovani 

Psicoanalisi e neuroscienze possono venirci in aiuto per indagare il modo in cui smartphone e internet condizionano le relazioni e modificano il funzionamento delle aree cerebrali. 

Da una parte, infatti, viene rilevato come la socialità e la navigazione in rete diano accesso a stimoli e gratificazioni costanti, che favoriscono la creazione di reti sociali e la connessione delle conoscenze; una diffusione che si sviluppa sull’asse orizzontale piuttosto che quello verticale, talvolta a discapito di approfondimento e introspezione. 

Nello specifico la navigazione in rete consentirebbe un’espansione orizzontale, superficiale della conoscenza, nel senso che offre un’estensione enorme del numero di oggetti conoscibili, ma non è detto che questa si accompagni ad un’estensione in senso verticale, di profondità. Anzi, alcuni studi neuropsicologici sull’attenzione suggeriscono che Internet stimoli più l’esplorazione della superficie che non quella della profondità, dato che consente di spaziare potenzialmente all’infinito tra contenuti di ogni argomento e incentiva così a cambiare frequentemente oggetto d’interesse più che a rimanere ancorati ad un singolo oggetto da approfondire.

Studi clinici di neuroimaging hanno dimostrato modificazioni di volume e di attività di aree cerebrali connesse con i circuiti della gratificazione e della codifica delle emozioni, quali la corteccia prefrontale e l’amigdala. Queste modifiche, indotte dai fenomeni di plasticità cerebrale, correlano con le modifiche di comportamento osservate nei soggetti utilizzatori di internet e social network rispetto ai non utilizzatori.

Per approfondire, ecco di seguito l’articolo in cui la dottoressa Madeo illustra le evidenze neuroscientifiche dell’impatto di internet e dei social network sul comportamento umano. 

Segui Brain&Care per ulteriori approfondimenti sul cervello e la sua salute, e non esitare a contattare le nostre cliniche se avverti il bisogno di rimettere al centro il tuo benessere psicologico. 

Siamo qui per ascoltarti: contattaci su https://www.brainandcare.com/contatti/ oppure chiama il nostro numero verde 800749090.