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Pur essendo la forma più comune di demenza, ad oggi per il morbo di Alzheimer non esistono ancora protocolli specifici che possano rallentarne il decorso. Attraverso un approccio multidisciplinare è comunque possibile fare molto per il paziente e i suoi familiari. Ne parliamo con la Dott.ssa Graziella Madeo.

Il morbo di Alzheimer

Il morbo di Alzheimer è una malattia che provoca una progressiva perdita della funzione mentale, caratterizzata da un degradamento del tessuto cerebrale. Le conseguenze sono riscontrabili a livello di pensiero, memoria e comportamento. I sintomi si sviluppano lentamente e peggiorano nel tempo, fino ad impedire il normale svolgimento della vita quotidiana.

L’Alzheimer è la forma più comune di demenza, di cui rappresenta circa il 50-80% dei casi. I sintomi variano nel tempo. Se all’inizio il morbo si può manifestare tramite semplici vuoti di memoria, gli stadi finali della malattia possono portare all’incapacità di svolgere le più comuni azioni quotidiane, come mangiare o tenere una conversazione. La degenerazione del tessuto cerebrale, infatti, condiziona sia le aree del cervello adibite al pensiero e la memoria sia quelle che gestiscono le attività motorie.

Sebbene ad oggi non esista una cura per la malattia, riconoscerne precocemente i segnali è essenziale per riuscire ad agire in tempo su alcuni aspetti della vita del paziente che possono subire un miglioramento, anche in relazione ai familiari che dovranno prendersene cura.

 

Sintomi della malattia di Alzheimer

I sintomi del morbo di Alzheimer sono simili e sovrapponibili a quelli di altre demenze che possono apparire in età senile. Tra questi i più comuni sono la perdita di memoria, problemi ad utilizzare il linguaggio, disturbi della personalità, disorientamento, problemi a svolgere le attività quotidiane e comportamento inadatto.

Rispetto ad altri tipi di demenza, l’area che in questo caso risulta più colpita è quella della memoria, soprattutto a breve termine, essenziale per lo svolgimento dei compiti giornalieri.

I sintomi si sviluppano silenziosamente ma alcuni segnali possono metterci in guardia sulla possibile insorgenza della malattia. Tra questi, la dimenticanza di eventi recenti e talvolta cambiamenti repentini di personalità. Problemi legati al sonno e un generale senso di disorientamento sono altri segnali utili. Il senso di disorientamento spesso coinvolge azioni semplici e quotidiane che generalmente non causano problemi, come il tenere conversazioni o il guidare o affrontare le sfide della vita di tutti i giorni.

 

Il trattamento dell’Alzheimer

Il trattamento dell’Alzheimer è mirato ad interventi di sostegno che possano migliorare la vita del paziente e dei suoi familiari. Non è infatti stata trovata ancora una cura per la malattia, ma la ricerca scientifica ci suggerisce degli approcci che possono portare dei benefici tangibili. 

Minimizzare l’impatto dei sintomi di Alzheimer è possibile attraverso un trattamento multidisciplinare che unisce psicologia, farmacologia ed utilizzo di terapie innovative come la stimolazione magnetica transcranica (TMS). È importante infatti mantenere in allenamento quelle funzioni cerebrali che ci permettono di apprendere e immagazzinare i ricordi, così da contrastare il declino cerebrale e la degradazione cellulare. È altrettanto importante curare l’aspetto psicologico, dunque l’accettazione della malattia da parte del paziente ma anche dei suoi familiari che, coinvolti nel modo adeguato da figure professionali, possono avere gli strumenti per affrontare al meglio la situazione.

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