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L’abuso di alcool è un problema serio in Italia e in Europa. Negli ultimi anni il consumo di alcool è aumentato soprattutto tra i giovani e rappresenta una problematica che richiede un monitoraggio attento. Il consumo cronico di alcool è associato ad un aumento del rischio di molte malattie, tra cui malattie del fegato (come cirrosi ed epatite), problemi cardiovascolari, problemi neurologici e psichici, come depressione,disturbi del sonno e disturbi cognitivi.

Il motivo per cui l’utilizzo di alcool è così diffuso e generalmente più tollerato rispetto a quello di altre sostanze stupefacenti ha radici storiche e culturali.

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I dati ISTAT relativi all’anno 2020 sono eloquenti: il 66,4% della popolazione italiana sopra gli 11 anni consuma bevande alcoliche (pari a 36 milioni e 56 mila persone), con una prevalenza maggiore tra i maschi (77,2%) rispetto alle femmine (56,2%). Il 20,6% dei consumatori (11 milioni 215 mila persone) beve quotidianamente, sempre con una netta prevalenza maschile. Inoltre, l’alcool è stato identificato come una delle principali cause di morte evitabili in Italia e in Europa, e l’OMS riferisce che nell’ultimo decennio ha contribuito a circa 3,3% dei decessi in Italia e al 4,5% dei decessi nella regione europea.

L’abuso di alcool è anche una piaga di carattere sociale. L’alcoolismo ha infatti un impatto negativo sulla vita sociale e familiare delle persone, e può portare a problemi di comportamento e di dipendenza. Inoltre, il consumo di alcool aumenta il rischio di incidenti stradali e di altri infortuni, che possono causare gravi lesioni o addirittura la morte.

Per prevenire l’abuso di alcool, sono necessarie strategie efficaci sia a livello nazionale sia a livello locale. Questo può includere la promozione di stili di vita sani, l’educazione sui rischi per la salute associati all’abuso di alcool, la regolamentazione delle pubblicità sui prodotti alcolici e la disponibilità di trattamenti per la dipendenza da alcool che tengano conto di tutte le componenti che portano ad un consumo problematico di alcool. I centri Brain&Care rappresentano un punto di riferimento per un approccio multidisciplinare al trattamento della dipendenza da alcool.

Che cos’è l’alcol?

L’alcool è una sostanza organica prodotta dalla fermentazione di batteri e lieviti. La forma di alcool presente nelle bevande è l’etanolo, che è l’unico tipo di alcool che il nostro organismo può consumare. L’etanolo è una piccola molecola che viene facilmente e rapidamente assorbita dal nostro corpo. Quando si beve a stomaco vuoto, l’assorbimento dell’alcool è più rapido e le molecole di alcool vengono trasportate in tutto il corpo attraverso il sistema circolatorio.

Il fegato è l’organo principale che metabolizza l’alcool e ne viene danneggiato, ma anche il cervello ne risente negativamente, poiché la quantità di alcool che non viene subito metabolizzata arriva appunto al cervello, causando l’ebbrezza. La quantità di alcool metabolizzata dal corpo varia da 60 a 200 mg/kg/ora, il che significa che una persona di 70 kg può metabolizzare circa 7 grammi di alcool ogni ora. Si deve notare che una unità di alcool (una birra da 330ml, un bicchiere di vino da 125 ml o un cocktail alcoolico da 40-50ml) contiene 12 grammi di alcool.

Breve storia del consumo di alcool

La produzione e il consumo di bevande alcoliche risalgono a tempi antichissimi. Si ritiene che le prime bevande alcoliche siano comparse sulla Terra più di 20.000 anni fa e che i cacciatori e i coltivatori preistorici conoscessero già gli effetti disinibenti della fermentazione di uva e cereali. Nel IV millennio a.C., Sumeri ed Egiziani producevano e consumavano vino e birra, con descrizioni degli effetti positivi e negativi sull’uomo. Anche gli schiavi bevevano birra durante la costruzione delle piramidi. Nel codice di Hammurabi del 1800 a.C. sono addirittura presenti leggi per regolare il commercio del vino. In Cina, le bevande alcoliche prodotte dalla fermentazione del riso e dell’agave erano ampiamente diffuse e nelle civiltà precolombiane svolgevano un ruolo importante nella vita sociale, culturale e religiosa.

La cosa interessante, per avvicinarci a noi, è che fino al XIX secolo l’acqua era considerata inadatta al consumo nella società occidentale. Le civiltà antiche come quelle egizia, babilonese, ebraica, assira, greca e romana consideravano l’acqua potenzialmente pericolosa a causa di malattie acute e croniche o addirittura letali. I metodi per la depurazione dell’acqua erano infatti sconosciuti in Occidente, dove i vantaggi della bollitura dell’acqua, come avveniva in Oriente per il tè, erano ancora ignoti. L’alcool è dunque parte integrante della storia dell’umanità e questo può spiegare il ruolo culturale che ancora oggi svolge.

Effetti dell’alcol sul cervello

A livello del Sistema Nervoso Centrale l’alcool può avere effetti sia eccitatori che inibitori sui circuiti neuronali. L’azione principale svolta dall’alcool a livello cerebrale è comunque quella di deprimere l’attività sinaptica dei neuroni, mostrando effetti simili a quelli di altri sedativi, come i barbiturici e le benzodiazepine. L’alcool interferisce con il funzionamento di due importanti recettori neuronali: i recettori per il GABA (acido gamma-aminobutirrico) e quelli per il glutammato. Questi neurotrasmettitori sono responsabili della maggior parte dell’attività cerebrale inibitoria (GABA) ed eccitatoria (glutammato). L’alcool agisce proprio su questi meccanismi, aumentando l’attività inibitoria dei recettori GABA e riducendo l’attività eccitatoria del glutammato.

Se da una parte l’aumento dell’attività del GABA produce gli effetti sedativi dell’alcool; dall’altra la soppressione dell’attività del glutammato, anche a dosi molto basse, ha un effetto specifico sulla formazione dei ricordi e sulle funzioni esecutive, come i processi decisionali, di problem solving e di memoria di lavoro. Quest’azione in particolare è responsabile dei deficit di memoria e delle difficoltà di ragionamento tipiche dello stato di ebbrezza.

Perchè l’alcool crea dipendenza

Nonostante il consumo di alcolici sia socialmente accettato per un fattore culturale, non bisogna dimenticare che l’alcol, quindi l’etanolo, è una sostanza a tutti gli effetti stupefacente con impatto sul sistema nervoso centrale sia a breve che a lungo termine. L’assunzione cronica di alcool può produrre una dipendenza sia su base fisica che psichica.

Agendo sul sistema GABAergico, l’alcool provoca anche un incremento della dopamina nei centri cerebrali della gratificazione e della ricompensa che sono alla base dello sviluppo della dipendenza. Inoltre, il metabolismo dell’alcool produce delle sostanze intermedie, le tetraidroisochinoline o TIQ, che sono molto simili alle sostanze intermedie prodotte dal metabolismo degli oppiacei (alcaloidi Benzilisochinolinici del Papaver somniferum). Le sostanze intermedie morfino-simili possono ulteriormente stimolare il circuito cerebrale della gratificazione e rafforzare l’effetto dell’alcol alla base dei meccanismi di dipendenza. Questo è uno dei meccanismi che porta allo sviluppo del craving, ossia il desiderio incoercibile di consumare alcol.

Accanto a questi effetti, l’azione dell’alcool sul sistema glutammatergico compromette il corretto funzionamento delle aree frontali che hanno il compito di regolare i nostri processi decisionali e di consapevolezza.

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Danni dell’alcol al cervello sul lungo termine

L’alcool è essenzialmente una tossina che, soprattutto quando assunta in quantità eccessive, può causare danni anche irreversibili all’organismo. Il consumo eccessivo di alcool anche solo per 5 o più giorni in un mese può portare a danni a lungo termine e parzialmente reversibili a carico del sistema nervoso centrale e degli altri organi. Un recente studio, infatti, ha dimostrato come nei bevitori abituali siano necessarie sei settimane dall’ultimo consumo per avviare la rimodulazione dei danni prodotti dall’alcool. Nonostante il periodo di astensione, alcuni danni provocati dall’alcol sono quindi irreversibili. 

L’entità dell’effetto che l’alcool ha sul cervello e sul corpo dipende da una serie di fattori, tra cui:

  • Quantità e frequenza del consumo di alcool
  • Età in cui si inizia a bere alcoolici e per quanto tempo
  • Età attuale e stato di salute generale, sesso e predisposizione genetica dell’individuo
  • Storia familiare di abuso di sostanze

L’alcool è spesso descritto come un “depressore” del sistema nervoso centrale perché rallenta i segnali inviati tra i neuroni. Inoltre, alcuni processi cerebrali automatici controllati dal cervelletto e dalla corteccia cerebrale sono alterati o rallentati (ad esempio la respirazione, l’equilibrio, l’elaborazione di nuove informazioni). Il consumo eccessivo di alcool può alterare il linguaggio, che diventa confuso,  e provocare un rallentamento globale dei movimenti con allungamento dei tempi di reazione. 

Con l’assunzione cronica di alcool, si verificano dei cambiamenti irreversibili a strutture cerebrali importanti per la memoria, come l’ippocampo. Infatti, l’etanolo e il suo metabolita acetaldeide hanno una azione tossica sulle cellule nervose che progressivamente vanno incontro ad un processo di morte cellulare. La perdita delle cellule nervose dell’ippocampo è responsabile dei cosiddetti “black-out”, con perdita di memoria a breve termine. I ripetuti blackout, un chiaro segno di consumo eccessivo, possono causare danni permanenti che impediscono al cervello di conservare nuovi ricordi. Ad esempio, un individuo può essere in grado di ricordare eventi passati con perfetta chiarezza ma non ricordare di aver avuto la conversazione poche ore dopo.

Patologie legate all’abuso di alcol

Il consumo eccessivo di alcol, infatti, è un fattore responsabile dell’insorgenza di alcune patologie neuronali croniche. Alcune sono poco conosciute, ma il loro impatto è severo. Come la sindrome di Wernicke-Korsakoff. La sindrome di Wernicke-Korsakoff è una patologia neuropsichiatrica causata da una carenza cronica di vitamina B1, nota anche come tiamina. Questa carenza è spesso associata all’abuso cronico di alcool, che può causare una riduzione dell’assorbimento di tiamina. La sindrome di Wernicke è caratterizzata da sintomi come atassia (incapacità di controllare i movimenti muscolari volontari), oculomotilità alterata e confusione mentale. La sindrome di Korsakoff, d’altra parte, è caratterizzata da amnesia anterograda (incapacità di imparare nuove informazioni) e falsi ricordi o allucinazioni. Queste due sindromi spesso si verificano insieme e sono comunemente conosciute come sindrome di Wernicke-Korsakoff. Il trattamento prevede l’integrazione di tiamina e una gestione rigorosa del consumo di alcool.

Ma sono molteplici le condizioni per cui il consumo eccessivo di alcool è un fattore di rischio: gli studi clinici evidenziano una maggiore incidenza di epilessia ed encefalopatia epatica in pazienti colpiti da cirrosi epatica. Inoltre, l’assunzione intensa di alcol è associata alla demenza vascolare, per il ruolo dell’alcool in condizioni come l’ipertensione, l’ictus cerebrale, la fibrillazione atriale e lo scompenso cardiaco.

Terapie per combattere l’alcolismo

Le migliori terapie contro l’alcoolismo includono una combinazione di trattamenti medici, psicologici e supporto sociale. Questa sinergia di approcci è proprio alla base del metodo Bonci e del lavoro di ricerca e cura svolto nelle cliniche Brain&Care. 

Un approccio integrato alla dipendenza da alcool può includere diversi trattamenti e terapie, come:

  • Terapia farmacologica: farmaci come naltrexone, acamprosato e disulfiram possono aiutare a controllare i sintomi di astinenza e prevenire il consumo eccessivo di alcool.
  • Terapia psicologica: la terapia comportamentale cognitiva (CBT) e la terapia di supporto motivazionale (MI) sono efficaci nel trattare i problemi emotivi e comportamentali associati all’alcoolismo.
  • Gruppi di supporto: partecipare a gruppi di supporto come alcoolisti Anonimi (AA) o gruppi di recupero di comunità può fornire un supporto sociale e una rete di persone che hanno affrontato problemi simili.

Intervento residenziale o di day-hospital: questi programmi offrono un ambiente controllato e supporto intensivo per aiutare le persone a smettere di bere e mantenere la sobrietà a lungo termine.

TMS: un approccio neurobiologico per combattere l’abuso di alcool.

La vera rivoluzione, all’interno di un trattamento integrato della dipendenza da alcool, è la TMS – Stimolazione Magnetica Transcranica. Alla base delle dipendenze, inclusa quella da alcool, ci sono alterazioni delle funzioni di alcune aree cerebrali coinvolte nei processi di gratificazione e delle funzioni esecutive, che sono state ben documentate da numerosi studi clinici e di neuroimmagini funzionali. Chi sviluppa una dipendenza è costantemente impegnato nella ricerca e nel consumo compulsivi della sostanza nonostante gli effetti dannosi e le conseguenze negative che derivano da essi.

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La dipendenza da alcool, al pari delle altre dipendenze da sostanze di abuso, si associa ad alterazioni della funzione dei centri cerebrali della gratificazione e del piacere e delle funzioni esecutive. In particolare, si assiste ad una ridotta attività delle aree frontali, che sono importanti per le nostre capacità decisionali e per inibire quei comportamenti che possono essere dannosi, e a modifiche a carico del sistema limbico, che è importante per la percezione delle emozioni e dei bisogni interni. 

Per agire su queste modificazioni dell’attività cerebrale causate dall’alcool, oggi, la Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS) è uno strumento valido ed efficace che permette di contrastare la dipendenza, riducendo il craving e il consumo di alcool. La TMS è infatti una tecnologia medica non invasiva che utilizza impulsi magnetici a breve durata per stimolare le aree specifiche del cervello. Questa tecnologia viene utilizzata per trattare una vasta gamma di disturbi, tra cui la depressione, l’ansia, la dipendenza da sostanze e il dolore cronico.

Il trattamento TMS consiste nel posizionare un dispositivo di stimolazione magnetica sul capo del paziente, che invia impulsi magnetici a selezionate aree del cervello. Questi impulsi magnetici agiscono sulle cellule nervose e possono modificare l’attività cerebrale, contrastando i sintomi. La TMS è considerata una tecnologia sicura, poiché non implica alcun tipo di anestesia o incisione e non produce effetti collaterali significativi.

Presso le cliniche Brain&Care, a Milano, Torino e Rimini, stiamo costruendo il futuro del benessere mentale e neuropsicologico. Se l’alcool è un problema per te e/o per una persona a te vicina, contattaci per richiedere maggiori informazioni sui nostri percorsi terapeutici, o semplicemente per raccontarci la tua storia